IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE PER IL 1° MAGGIO: LA PAROLA LAVORO DEVE TORNARE AD ESSERE SINONIMO DI SPERANZA, APPAGAMENTO, SODDISFAZIONE, DIGNITÀ, ACCOGLIENZA, AFFERMAZIONE, IMPEGNO E COMPARTECIAPAZIONE ALLA CRESCITA COLLETTIVA - Salvatore Micone

CAMPOBASSO, 1 MAGGIO 2019 – IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE PER IL 1° MAGGIO: LA PAROLA LAVORO DEVE TORNARE AD ESSERE SINONIMO DI SPERANZA, APPAGAMENTO, SODDISFAZIONE, DIGNITÀ, ACCOGLIENZA, AFFERMAZIONE, IMPEGNO E COMPARTECIAPAZIONE ALLA CRESCITA COLLETTIVA

In occasione della Festa del Lavoro, il Presidente del Consiglio regionale ha dichiarato:

“Quando fu istituita, alla fine dell’ ‘800, questa giornata serviva a ridare forza e coraggio alla lotta contro lo sfruttamento dei lavoratori che si svolgeva in una società urbana in via di industrializzazione, che sviluppava turni massacranti per gli occupati, e nelle zone rurali, dove operavano i grandi latifondisti, che generavano un’occupazione disagiata, senza diritti e non priva in alcuni casi di vessazioni, e i piccoli proprietari che a stento riuscivano a sopravvivere in poderi poco fruttuosi da cui si ricevevano raccolti il più delle volte insufficienti per le famiglie che ci dovevano vivere.

Sia per l’uno che per l’altro caso, il minimo comune denominatore era: tanto lavoro faticoso e sottopagato. A oltre cento anni di distanza dalle prime Feste dei Lavoratori, svolte prima in americani e qualche anno dopo anche in Italia, a quelle problematiche riscontrate allora, se ne sono aggiunta altre non meno gravi come la disoccupazione, il lavoro dequalificato rispetto alla professionalità posseduta, la mancanza di prospettive di crescita della propria condizione umana e sociale.

In questo preoccupante contesto si compisce come le motivazioni per un impegno comune e complessivo dell’intera società, per un lavoro che rappresenti certamente una crescita socio-economica, ma anche la restituzione di dignità, oltre che l’affermazione e il riconoscimento delle proprie capacità per ogni donna e uomo, sono non solo ancora vive e forti, ma devono essere la stella polare della politica e delle istituzioni. Alla parola lavoro oggi si associano ansia, delusione, preoccupazione, umiliazione, sfruttamento, razzismo, disperazione e in alcuni casi violenza.

L’impegno di tutti deve essere quello di creare le condizioni reali affinché a questa parola si tornino ad associare termini quali speranza, appagamento, soddisfazione, dignità, accoglienza, affermazione, impegno e compartecipazione alla crescita collettiva.

Il Consiglio regionale è schierato, in ogni sua componente di maggioranza e di minoranze, su questa linea.

La Festa del lavoro e dei lavoratori deve servire a rinserrare le fila e a capire che se vogliamo un progresso giusto, duraturo e qualificato della nostra civiltà, dobbiamo strutturare un sistema dell’occupazione inclusivo, equo, qualificato e soprattutto capace di rimettere l’uomo e la sua dignità al centro dell’azione politica e culturale di ogni componente istituzionale, economica e sociale del Paese, e della nostra regione in particolare”.