CAMPOBASSO, 25 NOVEMBRE 2020 – MESSAGGIO PRESIDENTE MICONE IN OCCASIONE DELLA GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE
La dichiarazione del Presidente del Consiglio Regionale Salvatore Micone in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne:
“La violenza sulle donne rappresenta una drammatica piaga sociale che colpisce tutti i ceti culturali, sociali ed economici in ogni angolo del globo terrestre. Molto spesso si descrive in maniera superficiale la violenza di genere, raffigurandola unicamente come violenza fisica e sessuale, in realtà il problema è molto più radicato e complesso come testimoniano i fatti di cronaca quotidiana. Tutte le forme che questo abuso può assumere hanno come caratteristica comune l’assunzione della donna e del corpo femminile come mero ed esclusivo oggetto che si può sopprimere, sfruttare, violare e assoggettare da parte degli uomini, non solo è un problema la sicurezza e l’incolumità fisica e psicologica della donna, ma bensì una grave forma di discriminazione legata alla cultura sessista, capace di infiltrarsi all’interno della sfera familiare, affettiva, economico-sociale.
Purtroppo, con l’emergenza sanitaria da Covid 19 le ultime indagini statistiche hanno riportato dati ancor più allarmanti in cui si sono registrati aumenti vertiginosi di casi di violenza tra il mese di marzo e giugno. Le cause sono diverse tra cui la modificata rete di protezione sociale, con riduzione all’accesso dei servizi, il confinamento e la coabitazione forzati all’interno delle mura domestiche, lo stress economico ed il potenziale rischio di perdere lavoro che aumentano l’irritabilità e la rabbia sociale. È diventata un’emergenza nell’emergenza.
Pertanto, ritengo che quest’anno la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, scelta dall’ONU, nella risoluzione dell’Assemblea Generale n° 54/134 del 17 dicembre 1999, a ricordo delle tre sorelle Mirabal, violentate e uccise il 25 novembre 1960 nella Repubblica dominicana, assume ancor di più significato e motivo di sprono in cui coralmente si rafforza il no alla violenza di genere e un grido forte contro un crimine così abietto ed incivile. Impegno e lotta che non devono assolutamente fermarsi nemmeno in questa fase di emergenza sanitaria, affinché il fenomeno venga combattuto perché tanta strada è stata fatta, ma ne abbiamo ancora tanta da percorrere e solo così possiamo uscire totalmente e tutti insieme da questo vicolo che, spesso, appare cieco.
La denuncia della violenza e l’adozione di leggi ad hoc per il suo contrasto continuano a rappresentare strumenti imprescindibili, ma occorre fare di più attraverso mezzi diretti a far circolare idee e pensieri in difesa delle vittime e per concretizzare azioni preventive.
È necessario combattere la violenza non solo come un’emergenza, come un fenomeno inatteso e straordinario, con interventi meramente repressivi, ma c’è bisogno di un’azione integrata, sistemica e condivisa delle Istituzioni, ognuna per le proprie competenze, attraverso la prevenzione, la formazione ed informazione delle forze di polizia, degli operatori sanitari ed educativi, ma soprattutto dei giovani, che rappresentano oggi il presente e domani saranno gli uomini del futuro.
E ciò può e deve avvenire attraverso un effettivo cambiamento nei rapporti tra uomo e donna attraverso la messa in discussione di meccanismi di prevaricazione e di quella cultura beceramente diffusa che confonde la virilità maschile con la dimostrazione di forza, dominio, possesso a scapito della capacità di riconoscere a tutti la libertà di autodeterminarsi.
Necessita l’impegno e il contributo di tutti e lo si può fare solamente attraverso la conoscenza e la promozione di una cultura sentimentale, basata su principi di parità di diritti, doveri e dignità, del rispetto reciproco insita nella quotidianità, nelle scelte, nelle professionalità nel comune compito educativo nei confronti delle nuove generazioni. Questa cultura va insegnata fin da piccoli, sicuramente nelle famiglie, nelle scuole e nelle università attraverso percorsi educativi e formativi diretti alla cultura di genere che considera le differenze come valore aggiunto nelle relazioni tra uomini e donne, nelle relazioni sociali. Un contributo di maturità che vuole che nessun segnale sia lasciato al caso o sottovalutato.
In tal senso, come Consiglio Regionale, abbiamo posto in essere una serie di iniziative legislative e di sensibilizzazione per dissuadere il reato di violenza sulle donne lanciando un segnale forte di “STOP” a tali abusi anche nell’ottica di partecipazione e cittadinanza attiva, come promozione e divulgazione della cultura di genere diretta ai bambini ed agli adolescenti delle scuole molisane”.